E’ di pochi giorni fa l’invocazione di John Gearhart (Università della Pennsylvania) pioniere delle staminali: “Abbiamo disperatamente bisogno di sapere come queste cellule si comporteranno sull’uomo”, come per dire basta sperimentare sugli animali per poi ricominciare da capo sull’uomo. Senza contare che gran parte della vivisezione riguarda, ancora oggi, prodotti destinati alla bellezza e a come togliere le macchie sulla camicetta. Capite quante vite di esseri senzienti vengono sacrificate in nome di cosa, e a vantaggio di chi?
A partire dall’8 settembre il Parlamento Europeo esaminerà la revisione della direttiva 86/609 sull’utilizzazione di animali per scopi scientifici. Le previsioni sono talmente fosche e disumane che il manifesto “La coscienza degli animali”, già sottoscritto da migliaia di cittadini, invita a inviare una lettera ai parlamentari europei di ogni parte politica, della quale mi faccio latrice. “Onorevoli”, si legge nell’accorato appello, “la revisione che il Parlamento europeo si appresta ad esaminare non persegue con sufficiente determinazione l’obiettivo di ricercare e diffondere metodi alternativi alla sperimentazione sugli animali, pratica che offende il sentimento collettivo. Inoltre condanna ad una morte ingiusta quanto inutile anche gli animali d’affezione.
A puro titolo d’esempio ricordiamo che la bozza approvata dal Consiglio europeo apre alla sperimentazione su cani e gatti randagi, consente il riutilizzo di animali già sottoposti ad esperimenti, permette la sperimentazione senza anestesia, autorizza interventi invasivi su animali per scopi didattici e ammette procedure di tortura quali il nuoto forzato fino all'esaurimento o l'isolamento di cani o primati per lunghi periodi. Si tratta con tutta evidenza di pratiche crudeli nei confronti di esseri che hanno un elevato livello di sensibilità e, in molti casi, sviluppano veri e propri sentimenti simili a quelli dell’uomo. Ammettere questi atti di violenza non ci sembra certo in linea con i principi delle istituzioni civili né indispensabile per gli scopi scientifici che tutti vogliamo perseguire. Vi chiediamo di essere al nostro fianco dalla parte delle migliaia di animali che ogni giorno soffrono in silenzio”.
La lettera è firmata, oltre che dal ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla, anche da Umberto Veronesi, Renato Zero, Franco Zeffirelli, Franco Bergamaschi, Antoine Goetschel, Don Luigi Lorenzetti, Dacia Maraini, Vittorio Feltri e Susanna Tamaro.
Nel 1800 il cardinale John Newman parlando della vivisezione diceva: ”C’è qualcosa di pauroso, di diabolico nelle torture inferte a chi non ci ha mai fatto male, non può difendersi ed è completamente in nostro potere”. La storia della medicina positivista ha alle spalle una macchia nera, storie di tagliuzzamenti, di torture indicibili e insopportabili offensive nei con...
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