Un treno merci deraglia alla stazione: salta in aria un carro-cisterna carico di Gpl. Almeno 14 morti e oltre 30 feriti gravi

VIAREGGIO (Lucca)
Un treno merci che si trasforma in una bomba. Il bilancio provvisorio parla di 14 morti. Arsi vivi, bruciati, dilaniati, sfigurati. Oltre 30 i feriti (15 di loro sono gravissimi) e quattro dispersi. L'ennesima strage ferroviaria ha avuto come macabro palcoscenico la stazione di Viareggio che nella notte tra lunedì e martedì si è trasformata in un inferno di fuoco con fiamme alte decine di metri.

Tutto è accaduto quando un treno merci con 14 vagoni carichi di cisterne di gpl è deragliato. Da una di esse è fuoriuscito del gas. Tanto gas. Qualcosa (alcuni diranno un motorino) ha fatto da innesco. Poi gli scoppi, violentissimi: due, tre, uno dietro l’altro. L’onda d’urto ha fatto crollare due palazzine e ne ha danneggiate altre cinque. Le fiamme hanno avvolto case, auto, persone, bambini per centinaia di metri. La gente è scesa in strada, gridando aiuto, scavando a mani nude per tirare fuori chi è rimasto sotto, soccorrendo i vicini trasformati in torce umane agonizzanti.

La notte è rimasta sospesa tra urla, disperazione e orrore con un via vai di ambulanze, macchine della polizia, volanti dei carabinieri, mezzi della protezione civile e dei vigili del fuoco. «Il deragliamento è stato provocato da un cedimento strutturale nel primo carro: si è spezzato l’asse. L’errore umano è escluso», ha assicurato l’ad delle Ferrovie Mauro Moretti. In città, con l'alba, è iniziata la corsa contro il tempo per estrarre le persone sepolte sotto le macerie. Un bimbo, poi un uomo, poi un ragazzo affetto da Sla: qualcuno si è salvato. Per altri non c'è stato nulla da fare. Il sindaco di Viareggio Luca Lunardini ha parlato di «un apocalisse». Le ambulanze hanno lavorato incessantemente per tutto il giorno. I morti sono stati ammassati nell’obitorio, i feriti più gravi trasferiti nei centri specializzati in grandi ustioni della Toscana e del Nord Italia.

Durante le prime ore dell’emergenza sono state evacuate oltre 1.000 persone. Alcune hanno trovato ospitalità negli alberghi, per altri è stata allestita una tendopoli. Poco dopo le 16, accolto da fischi e applausi, è arrivato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per «prendere in mano la situazione». «Quanto accaduto è grave e sconvolgente. Nel prossimo consiglio dei ministri decreteremo lo stato d’emergenza». In mattinata il primo ad arrivare sul luogo della strage è stato il capo della protezione civile Guido Bertolaso. Poi il ministro degli Interni Roberto Maroni mentre il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in contatto diretto con il prefetto di Lucca Carmelo Aronica, ha chiamato il sindaco Lunardini: il capo dello Stato si è detto profondamente colpito dalla drammaticità de...

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Viareggio, l'ultimo saluto della città Bagnasco: "Garantire la sicurezza"

Oltre diecimila persone, abitanti di Viareggio, amici, parenti, hanno preso parte alle esequie di 15 delle 22 vittime della strage ferroviaria avvenuta lo scorso 29 giugno. In mille e cinquecento hanno invece assistito all’esterno dello stadio attraverso il maxischermo allestito. Le bare hanno fatto il loro ingresso nello stadio Dei Pini, accompagnate da un grande applauso: tra queste ci sono i feretri bianchi di Luca e Lorenzo Piagentini, morti insieme alla loro mamma. I nomi delle vittime sono stati citati uno a uno; sulle quindici bare sono state sistemate rose bianche. I feretri sono stati portati a spalla verso il vicino stadio Dei Pini, dove vengono celebrati i funerali di Stato. Il corteo funebre è stato aperto dai gonfaloni, listati a lutto, del Comune di Viareggio, della Provincia di Lucca, della Regione Toscana e della Confederazione nazionale delle Misericordie d'Italia. Il corteo si svolge nel più assoluto silenzio, rotto solo dalle lacrime dei parenti e dei congiunti delle vittime.
Presenti Napolitano e Fini- Un lungo applauso dalle oltre 10 mila persone che affollano lo stadio Dei Pini di Viareggio ha accolto l'ingresso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accompagnato dai presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini e dai ministri Altero Matteoli e Andrea Ronchi. Le alte cariche dello Stato e gli esponenti del Governo hanno attraversato il prato e si sono recati a salutare i famigliari delle vittime della strage ferroviaria. Dopo alcuni minuti Napolitano, Schifani, Fini, Matteoli e Ronchi si sono posizionati davanti ai 15 feretri in raccoglimento.
Bagnasco: garantire sicurezza- Riprendendo le parole pronunciate domenica all'Angelus da Benedetto XVI, il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, ha salutato le vittime della strage di Viareggio «a nome della Chiesa italiana». «Simili incidenti non abbiano a ripetersi e sia garantita a tutti la sicurezza sul lavoro e nello svolgimento della vita quotidiana», ha poi sottolineato il capo della Cei, «stringendosi nel cordoglio» a tutta Viareggio, nel messaggio letto in apertura dei funerali dall'arcivescovo di Lucca monsignor Italo Castellani rivolge un pensiero ai familiari delle vittime, ai feriti e a quanti hanno avuto danni materiali. «Il Signore misericordioso accolga nel suo abbraccio di pace le vittime del disastro - conclude Bagnasco - e ricompensi con abbondanti benedizioni quanti si sono prodigati nell'alleviare le sofferenze della gente di Viareggio». In precedenza, l'arcivescovo Castellani ha letto il messaggio del Papa in...

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